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Posizione FIMMG Latina su appropriatezza diagnostica

Questi rilievi vogliono essere un contributo per rendere efficace il percorso di controllo dell’appropriatezza nelle richieste di diagnostica strumentale.

FIMMG Latina è consapevole della possibile utilità di questo passaggio per ottimizzare le risorse e rendere anche più sicuro e performante il percorso diagnostico per il medico richiedente

Ci preme possibile rilevare alcune criticità della prima fase di interlocuzione con la Dirigenza aziendale.

1 – Riferimento. Siamo tutti d’accordo nel far partire da un testo di riferimento, il manuale RAO, il ragionamento che le CAPI adotteranno nella valutazione dell’appropriatezza di una richiesta di prestazione legando quindi la stessa al quesito clinico ed alla classe di priorità.

Comunque va rilevato che il quesito clinico che il MMG può segnalare sulla richiesta in dematerializzata è necessariamente legato al nomenclatore ufficiale che evidentemente comprende nominalmente solo alcune patologie e alcuni segni e sintomi.

In considerazione di quanto detto appare impossibile tentare di coniugare con approccio ragionieristico i criteri e le condizioni cliniche indicati manuale RAO con il nomenclatore. Si deve necessariamente entrare nel merito del ragionamento clinico che ha portato il medico alla prescrizione di un esame, anche con tutte le implicazioni della relazione medico-paziente. E’ un lavoro complesso.

Di contro l’utilizzo delle codifiche di quest’ultimo sono le sole che determinano peraltro la corretta dematerializzazione della richiesta.

2- Prescrittore ed induttore. Molte delle richieste, sopratuttodelle prestazioni a più alto costo ed impatto sulle risorse disponibili come CardioTC,  RM cardiaca ed altre sono indotte in quanto molto spesso, inspiegabilmente, non direttamente prescritte dallo specialista ASL. In altre occasioni sono indicate dallo specialista privato.

Si prefigura così doppio carico per il medico prescrittore quasi sempre il MMG. Allegare nel proprio archivio la richiesta dell’induttore, quando c’è e non sia un messaggio mail o Whatsapp, e poi dematerializzare la prestazione assumendosene la responsabilità della emissione.

E’ evidente che il MMG non può essere il controllore o assumere la funzione di rilascio di nulla osta alla prescrivibilità della richiesta. Non siamo disponibili ad assumerci responsabilità anche medico-legali così rilevanti. Ma al tempo stesso se il MMG sarà coinvolto nella istruttoria della CAPI ci aspettiamo provvedimenti conseguenti per lo specialista induttore. Per essere più chiari vogliamo come CAPI seguire il successivo iter sanzionatorio che le Direzioni sanitarie ospedaliere dovranno adottare. E qualora si riscontrassero difformità di giudizi ne prenderemo atto.

3- Valutazione. Il pensare che una prescrizione sia intrinsecamente appropriata solo perché proposta dallo specialista e quella del MMG sia da verificare è sbagliato. Non è possibile immaginare un percorso con immunità di giudizio e verifica, da altro percorso a priori attenzionato in base alla qualifica del medico prescrittore.

Significherebbe dare un nulla osta di prescrivibilità di alcune indagini ad alcuni e non ad altri. Non siamo disponibili a subire limitazioni della nostra libertà prescrittiva nell’interesse del paziente e delle risorse aziendali così scarse degli specialisti. Se volessimo inviare a valutazione e visita specialistica una moltitudine di richieste di diagnostica aggraveremmo ulteriormente le liste di attesa

4 – Ricorso al PS. Pensiamo che quando si intraprendono percorsi di valutazioni come questi vada fatta molta attenzione a non innescare approcci e procedure difensive del medico potenzialmente soggetto a verifica. Il rischio è “per non rischiare contestazioni ipoprescrivo o invio al PS”. Faremmo un disastro.

5- Tempistica. Tutte le procedure devono partire solo successivamente a quando sarà compiuta adeguata informazione e formazione. Nulla di retroattivo in termini sanzionatori quindi.

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