Siete in
Home > Comunicati > Aprilia: Intervista del Dr Giovanni Cirilli, Segretario Fimmg Lazio

Aprilia: Intervista del Dr Giovanni Cirilli, Segretario Fimmg Lazio

Di seguito riportiamo un breve resocondo dell’intervista fatta al Dr Giovanni Cirilli, Segretario Regionale FIMMG alla Casa della Salute di Aprilia. e Ringraziamo Carla Samà, Assistant Manager – BPS – Healthcare & Public Sector – KPMG Advisory S.p.A per averne fornito una copia.

 

Intervista al Dott. Cirilli del 20 dicembre 2019

  1. Una notizia di ieri dice che Amazon, Google e Apple hanno deciso di collaborare tra di loro per produrre smart home device in modo da non farsi concorrenza. In questo scenario, mentre molti osservatori speculano sulle questioni di privacy e sicurezza, i giganti della tecnologia (ad es. Apple, Amazon e Google) stanno entrando in questo mercato con forza. Qual è il suo punto di vista?
  2. Il futuro sarà in mano a questi strumenti in un mondo che dove il medico non ha alcun rapporto personale con il paziente e non è dato nessun valore al contatto umano. Questa non rappresenta la sanità per cui ho studiato né che desidero. Penso che la sanità debba essere disegnata dal paziente, da chi sta male e vuole essere preso in carico e sente il bisogno del contatto umano di una persona non di un androide. Le informazioni che questi titani raccolgono le prendono per predeterminare l’offerta. Basti pensare a quando cerco Corsica su internet e dall’instante successivo trovo nelle pagine che visito la pubblicità della Corsica ovunque. Intendo dire che c’è una forte spinta commerciale. Possedere i dati che oggi nessuno ha consente di avere informazioni fondamentali.
  3. Come si può affrontare questo scenario? Di cosa ha bisogno il MMG e come lo si può aiutare?
  4. Il sistema deve decidere il MMG è un player o no. Finora ha deciso che non lo è. Faccio un esempio: la BPCO nella ASL di Latina ha una prevalenza di circa 29.000 persone che annualmente dovrebbero effettuare una spirometria. Se guardo le spirometrie effettuate negli ambulatori territoriali-ospedalieri le spirometrie annuali sono circa 3.000 che dimostra che solo una minima parte dei pazienti è seguita. Il paziente BPCO è tendenzialmente un paziente anziano e fragile che vive un progressivo decadimento dell’autonomia e spesso non è in grado di spostarsi per raggiungere l’ambulatorio, soprattutto se vive in un contesto di paese lontano dai centri più grandi o se non ha qualcuno che lo può accompagnare. Dall’altra parte esiste la presenza capillare degli ambulatori di medici di medicina generale (circa 55.000 in Italia). Che cosa ne vogliamo fare? È un fatto che nei reparti di medicina oggi l’80% è composto di pazienti cronici che si acutizzano perché non gestiti.
  5. Negli ultimi 10 anni, il SSN è uscito in modo bipartisan dalle priorità nell’allocazione delle risorse pubbliche. Sommando l’aumento di spesa e la riduzione di entrate per le principali politiche pubbliche del decennio trascorso si evidenziano: trasferimento di 80 euro ai redditi medio-bassi (spesa 10 Mld di €), abolizione dell’imposta sulla casa (6 Mld di €), reddito di cittadinanza (6 Mld di €) e quota 100 (6 Mld di €): il totale somma 28 Mld di €. Nello stesso periodo, il SSN ha visto una riduzione del suo finanziamento calcolato come quota sul PIL nazionale. È indubbio che la sanità oggi non oggetto di finanziamento.
  6. Il Medico di Medicina Generale va valorizzato dove sta. Non possiamo evidentemente dare a tutti della attrezzature strumentali ma possiamo concentrare delle attrezzature per effettuare esami strumentali di base che consentono di diminuire gli accessi impropri al pronto soccorso ovvero agli specialisti. I MMG possono effettuare esami di base (es. spirometrie) che consentano di tenere il paziente dove sta o eventualmente indirizzarlo se necessario verso lo specialista. Ovviamente deve essere formato a eseguirla e a saperla leggere. Il Ministro Speranza nell’ultima legge di bilancio ha aperto questa possibilità stanziando 235€mln per acquistare attrezzature per la diagnostica di primo livello da collocare negli studi dei medici di famiglia. Si apre poi il tema: chi la compra questa strumentazione? La ASL? Se aspetto la fornitura da parte della ASL, rischio di aspettare un tempo non coerente con l’aggiornamento tecnologico di queste tecnologie. Serve coraggio nell’immaginare che la ASL diventi progettista e verificatore più che fornitore.
  7. Come si fa a convincere il MMG a dare dati e cosa gli devo fornire?
  8. Le cose che sui grandi numeri fanno la differenza, più che la presenza dei PDTA, sono il controllo della terapia, il controllo delle vaccinazioni, la prevenzione oncologica. Questi i compiti su cui il ruolo del MMG può fare la differenza. Sui grandi numeri un sistema che riesce ad essere virtuoso sull’aderenza alla terapia è un sistema che può raggiungere i migliori outcome. Nel lungo periodo si riuscirebbe a cambiare realmente lo stato di salute delle persone.

Per quanto riguarda lo scompenso cardiaco, è difficile fare il PDTA a Latina. Vorrei seguire il paziente ma in questo caso io sono in competizione con il becchino se si è già verificato lo scompenso. Dovrei fare in modo che chi soffre di ipertensione o ha un infarto non diventi scompensato.

Per quanto riguarda i dati esiste Health search di Millewin che raccoglie i dati dei MMG che aderiscono per scopi di ricerca e che sono stati considerati dal ministero della salute nel Rapporto Osservasalute. Io sono dell’idea che il mondo dei dati debba diventare pubblico perché darebbe al sistema quelle competenze per affrontare i fenomeni.

Penso che bisognerebbe fare una riflessione sul metodo di remunerazione dei MMG, più basata sugli obiettivi (ad esempio il MMG dovrebbe essere pagato sulla base di quante persone smettono di fumare o seguono la dieta). Andrebbero presi in considerazione i fattori legati alla complessità del paziente ma anche alla geografia (l’assistenza in una città come Roma è diversa da Latina ed è diversa da un paesino di montagna). In Regione Lazio ad esempio recentemente i MMG si sono impegnati nell’obiettivo di migliorare il livello di vaccinazione della popolazione è si sono verificati incrementi notevoli. Avendo a disposizione le informazioni sui vaccini il MMG può avere un ruolo fondamentale nell’indirizzare il paziente verso il vaccino qualora non lo avesse effettuato. È su questo che si dovrebbero misurare gli MMG.

Io vengo da una famiglia in cui siamo sempre stati uomini del fare. Iniziamo e finiamo qualcosa. Al MMG serve un’informazione semplice, non deve perdere tempo nell’interpretarla. Le faccio l’esempio: nel gestionale del MMG si trovano le interazioni tra i farmaci. Se il paziente è cronico e deve prendere una decina di farmaci spesso mi ritrovo più del doppio di interazioni. Tutte queste informazioni non sono per me fruibili. Non ho tempo per guardarle e doverle interpretare, ho bisogno di poche informazioni ben visibili e chiare. Il mio lavoro deve concentrarsi sul paziente non sul pc. Serve uno strumento che attiri l’attenzione sulle cose importanti.

  1. Stiamo assistendo a livello mondiale a una carenza di medici che coinvolge anche la categoria del medico di base. Contemporaneamente il carico di lavoro del MMG nel corso degli anni ha subito un aumento del numero di contatti paziente anno da 5,5 a 9,9. Come pensa si possa affrontare questo fenomeno?
  2. Il problema della carenza dei medici è un falso problema. Nel 2025 raggiungeremo la curva, anche grazie all’aumento dei numeri di studenti di questo periodo. I ragazzi che escono dall’università oggi sono bravi e la qualità è più alta di un tempo. Il problema è fino a quando sarà attrattivo il mestiere. La carenza dei medici va affrontata pensando alla competizione internazionale. L’equivalente di un medico italiano all’estero viene pagato molto di più quindi i giovani sono attratti verso l’estero: stiamo esportando manodopera qualificata. Il futuro di questa professione dipende dalla qualità del ruolo e dalla remunerazione.
Top