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FIMMG LAZIO: Perché l’accordo sul piano vaccinale Anticovid vede il Medico di Medicina Generale in una posizione di svantaggio?

Gentile Direttore,

il direttivo di FIMMG Lazio esaminato il testo dell’accordo discusso in occasione del recente Comitato Regionale per la medicina generale che ha per argomento il coinvolgimento dei medici della CA e della Medicina dei Servizi nella funzione di medici vaccinatori rileva quanto segue;

 1) L’accordo economico offerto è molto inferiore a quanto previsto per la stessa funzione vaccinale per i medici arruolati dalla protezione civile e nei bandi che alcune aziende ( Frosinone, ASL  Roma 3) stanno in questi giorni pubblicando per arruolare professionisti anche dell’assistenza primaria  a regime di partita IVA e sui quali nutriamo seri dubbi anche di legittimità amministrativa.

2) i medici che aderiranno potranno trovarsi nella condizione di lavorare accanto ad altri professionisti della sanità (infermieri) pagati di più pure assumendo su di sé la intera responsabilità dell’atto vaccinale. 

Queste considerazioni sono molto presenti tra i nostri medici e pertanto stupisce la corsa alla firma dell’accordo di altri sindacati (SMI e Snami ),  Dobbiamo per forza  sottolineare come firmare un accordo regionale per la continuità assistenziale prevedendo dei compensi di molto inferiori a quelli proposti nei bandi aziendali, determini di fatto una sostanziale inutilità di tale Accordo. Su di esso,    ed è la motivazione del ritardo nella sottoscrizione da parte di F.I.M.M.G., abbiamo delle riserve in merito alla copertura assicurativa del personale coinvolto: pur tuttavia, vista l’emergenza che stiamo vivendo, riteniamo che tutti i medici debbano dare il  loro contributo alla lotta contro il coronavirus e pertanto firmeremo  l’accordo proposto per  senso di responsabilità, ponendo però una unica pregiudiziale: in caso di  accertata carenza per difformità dall’attività svolta dai colleghi della C.A e della Medicina dei Servizi  la  COPERTURA ASSICURATIVA  DEI MEDICI ADERENTI ALLA FUNZIONE VACCINALE DOVRA’ ESSERE A CARICO DELLE AZIENDE SANITARIE.

 

In merito alla campagna vaccinale in corso, pur riconoscendo le oggettive difficoltà legate all’approvvigionamento dei vaccini e al blocco della somministrazione di Astra.Zeneca non possiamo non sottolineare le incomprensibili differenze che si sono registrate tra le singole aziende sanitarie in merito all’offerta dei vaccini ai medici di medicina generale. Tali disparità  sono evidenziate dal fatto che a fronte di pochi medici che hanno somministrato fino ad ora anche 80 dosi vaccinali, moltissimi, la maggior parte, hanno somministrato anche 0 dosi pur avendole richieste  nei modi e nelle forme stabilite dalle singole aziende sanitarie.

Nel dettaglio: a Rieti , ci viene riferito che la ASL ha posto limiti nella distribuzione di vaccino Pfizer e che è stato realizzato un portale diverso da quello regionale, a Viterbo mancherebbero i vaccini Pfizer, a Latina i vaccini sarebbero stati distribuiti ad altri enti determinando la mancanza di dosi per la medicina generale. A Frosinone e nella ASL Roma 3 si pubblicano bandi per medici vaccinatori a 60 euro ora ai quali parteciperebbero medici di assistenza primaria e di CA rendendo inutili gli accordi regionali recentemente siglati. Nella Roma 1 i vaccini Pfizer sono distribuiti solo per le somministrazioni domiciliari.

Così non va, è necessaria una unica regia regionale che garantisca uniformità di comportamenti in tutte le aziende sanitarie  a cominciare dalle assurde richieste dei Call Center di rivolgersi al medico curante per le prenotazioni presso i centri vaccinali.

La spirale viziosa che si è innescata è tale che, stante l’enorme confusione, molti MMG chiedono nell’incertezza poche dosi, spesso anche su invito perentorio delle ASL, determinando in chi legge i dati di richiesta a livello centrale, una percezione erronea delle richieste della medicina generale.

Per risolvere il problema, a nostro avviso sarebbe più utile che ogni MMG , fornisse la stima del fabbisogno REALE, in relazione alle categorie interessate ed una volta determinato il fabbisogno stimato procedere, in relazione alle dosi disponibili, a predisporre un piano di consegne settimanale, magari delegando, così come avvenuto per la campagna antiinfluenzale,  colleghi dell’UCP o del distretto sia al ritiro dei vaccini che alla stessa somministrazione. A riguardo ci vengono segnalate difficoltà anche nella delega al ritiro di dosi per componenti della stessa UCP.

Crediamo sia utile, e lo proponiamo pertanto in maniera formale con la presente nota, integrare il gruppo di lavoro regionale sulla campagna vaccinale  con un rappresentante  della medicina generale per avere una più ampia panoramica  della situazione generale, proponendo analoga figura alle singole aziende sanitarie al fine di monitorare criticità e ricercare soluzioni  evitando il rituale di inutili richieste burocratiche che tutti i giorni piovono sulla categoria senza che sia evidente una strategia che consenta alla MG di sfruttare la propria capillarità e prossimità rispetto  ai cittadini  come ha sempre dimostrato: ricordiamo che nell’ultima campagna vaccinale per l’influenza i medici di assistenza primaria hanno vaccinato 1.300.000 cittadini in poco più di 45 gg.

RingraziandoLa per l’attenzione Le inviamo auguri di buon lavoro in attesa di un cortese riscontro

Il consiglio direttivo della FIMMG Lazio

 

Roma 19/03/2021

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